L’afta è una erosione o ulcerazione delle mucose della bocca che può essere di dimensioni più o meno grandi, e può comparire isolata o in multipli.
Il disturbo che vede la comparsa di afte è chiamato aftosi o stomatite aftosa. Le lesioni possono comparire sulle gengive, sopra o sotto la lingua, sul palato, sulle labbra o in prossimità delle tonsille.
Il disturbo è molto diffuso, e fastidioso da risolvere, soprattutto se frequente. Un’afta dà fastidio durante il consumo di cibi e bevande e, pur guarendo di solito spontaneamente diventa un fastidio noioso soprattutto se recidivante.
La comparsa delle afte è strettamente connessa con una situazione infiammatoria che trova tra le sue concause l’innalzamento dell’infiammazione generalizzata, anche attraverso l’aumento dell’infiammazione da cibo cioè scatenata da alcuni cibi, la riduzione o depressione del sistema immunitario e altre cause ancora.
La comparsa delle afte è dunque spesso in stretta correlazione con il cibo. Ad esempio può trattarsi di uno stato di infiammazione intestinale che non permette il corretto assorbimento di alcuni nutrienti o una dieta che non apporti vitamine e sali minerali indispensabili e nelle quantità ottimali.
In particolare ferro, folati, vitamina B6, vitamina B12 e vitamina D risultano più carenti in chi soffre di afte rispetto al resto della popolazione.
Il ridotto apporto quotidiano di frutta e verdura fresca e il mancato utilizzo di carboidrati integrali o leguminose peggiorano una situazione di disagio intestinale e di carenza nutrizionale (in sali minerali, vitamine e fibra).
Spessissimo, la comparsa del fenomeno è per altro correlata a momenti di stress o stanchezza particolari.
Cosa fare
Il controllo dell’infiammazione generalizzata ha un ruolo essenziale nella riduzione e nel trattamento efficace del disturbo. La riduzione dell’infiammazione da cibo è in questo senso utilissima, tanto più se associata alla corretta integrazione vitaminica e in sali minerali e al giusto supporto per gestire lo stress in maniera ottimale.
Un test, che identifichi eventuali cibi a cui si reagisce (food sensitivity) può dare importanti indicazioni e fornire la base per l’impostazione di una dieta di rotazione che aiuti a ridurre la componente di infiammazione generalizzata. dire qualcosa in più sul test e su come si svolge
Un esame specifico delle urine può chiarire la possibilità di una DISBIOSI (alterazione della flora batterica, in senso maggiormente fermentativo o putrefattivo) dire qualcosa in più sul test e su come si svolge
Una corretta nutrizione durante tutta la giornata (a partire dalla prima colazione) e l’uso della giusta quantità (abbondante) di fibra e di frutta e verdura fresca sono elementi da considerare comunque essenziali al trattamento, nella propria quotidianità, così come può essere utile l’utilizzo di probiotici specifici e la corretta integrazione della vitamina D.
Alcuni cibi ricco di acidi grassi Omega 3, quali pesce azzurro, ma in generale pesce di acqua fredda, salmone, merluzzo e anche acciughe, sgombro, aiutano, arricchendo la dieta di questi acidi grassi essenziali, a combattere l’infiammazione. Infatti l’infiammazione da cibo è spesso causata da uno sbilanciamento tra gli essenziali omega 3 e omega 6 (presenti ad esempio in olio di girasole, di cui sono ricche merendine e biscotti ad esempio, e in generale tutto il junk food)
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